La nevicata record del gennaio 1995

Cronaca di Placentino Saverio (adattata per l’articolo)

Il 3 gennaio, durante la mattinata, la pioggia inizia a lasciare il posto alla neve, comincia una nevicata molto intensa ma che non attecchisce al suolo. Verso le 17:00, la neve è ormai visibile quasi dappertutto seppur con uno spessore ridotto (1-2 cm), la temperatura inizia a calare. Nella serata, verso le 20:00, il livello di neve cumulata comincia a farsi interessante. La neve raggiunge i 15-20 centimetri.

Verso le 4:30 del mattino del 4 gennaio mi sveglio e immediatamente corro a vedere la situazione dalla finestra, quello che vedo non lo dimenticherò mai: nevica con un’intensità da me mai vista prima, ma qualcos’altro attrae il mio sguardo, è la Renault 4 rossa (altezza 1,49 metri) parcheggiata come sempre sotto casa mia, che ora non è più visibile, è completamente coperta di neve, si vede solo una duna di neve in prossimità dell’abitacolo, non credo ai miei occhi. Vorrei chiamare qualcuno, ma mi rendo conto dell’ora e mi trattengo, non riesco a sfogare questa incredibile sensazione.
Dopo una mezz’ora vado a letto ma non resisto molto, verso le 7:30 mi alzo e scopro che la situazione è ancora più incredibile: i balconi esposti a nord sono pieni di neve fino all’altezza del mancorrente della ringhiera parapetto, le strade sono impraticabili, le auto sommerse, gli alberi sempreverdi hanno subito ingenti danni per il peso della neve.
Ascolto il radiogiornale di RAI Radio 1 che in sintesi, per quel che ci riguarda, riporta le seguenti notizie: “San Giovanni Rotondo è isolata come San Marco in Lamis e Monte Sant’Angelo”.
Verso le 10:00 esco con mio zio, mia cugina, il cane, e l’immancabile “carburante” (la bottiglietta di grappa); già aprire il portone e il cancello di casa è un’impresa titanica. La prima neve era molto pesante infatti si è notevolmente compattata. Procediamo verso Piazza Europa: gli abeti sono tutti semi-distrutti dal peso enorme della neve, lo scenario fa anche un po’ paura perché continua a nevicare molto intensamente e non si vedono auto, né fuoristrada, né mezzi spartineve, inoltre solo poche persone si avventurano per strada.
Procediamo, senza cambiamenti di scenario, in Corso Umberto, poi in Viale Kennedy, e poi svoltiamo a sinistra in Via della Sapienza, a un certo punto mi rendo conto di camminare su qualcosa di duro, ma di cosa si tratta? È una Fiat 500 vecchio tipo (altezza 1,33 metri) completamente seppellita dalla neve. In Via della Sapienza c’è un muro di cinta con vicino una fontana dell’Acquedotto Pugliese (altezza 1,28 metri): la fontana è appena visibile e la neve arriva quasi alla sommità del muro di cinta (circa 1,40 metri di altezza dal piano stradale). La nevicata prosegue, anche se meno intensa, fino al primo pomeriggio.

Il 5 gennaio si registrano i primi tentativi di reazione da parte dell’uomo verso la natura, ma in alcune situazioni la neve è così abbondante che sono necessari interventi straordinari, infatti nei giorni seguenti arrivano sul Gargano l’esercito e i vigili del fuoco per sgombrare a liberare le principali strade di comunicazione. In particolare i mezzi spartineve e spazzaneve dell’ANAS non riescono a rendere percorribile la strada statale 272 tra San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo, e quindi vengono impiegate le ruspe cingolate e i camion del Genio Pionieri della Brigata Pinerolo. La situazione è difficile anche tra Borgo Celano e San Marco in Lamis.

Il paese fa enormi sforzi per tornare alla normalità, la neve della sola Piazza Europa viene ammucchiata nello spazio prospiciente la chiesa di San Giuseppe Artigiano (davanti al monumento ai Caduti), si viene a creare un colle artificiale alto circa 3 metri e vasto quanto tutta l’area disponibile. Le ruspe caricano la neve sui camion che la portano fuori dal centro abitato, ma subito altra neve viene accumulata dalle ruspe nella medesima zona: si lavora a ciclo continuo. A casa nostra non riusciamo ad aprire per una settimana la porta (con apertura verso l’esterno) del balcone esposto a nord: la tantissima neve accumulata si è completamente ghiacciata, così decidiamo di rompere i vetri e di liberare il balcone con una pala.

Seguono alcune foto scattate a San Giovanni Rotondo l’8 gennaio (4 giorni dopo la storica nevicata).

Per alcune settimane successive all’evento atmosferico il turismo di San Giovanni Rotondo diviene anche “alpino” infatti molti dei devoti di Padre Pio arrivano muniti di slittini e attrezzati con tute da sci per divertirsi sulle montagne circostanti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *